mercoledì 5 novembre 2008

Lettera a Scalfari su Croce


Egregio Scalfari,
accolga con pazienza un piccolo bouquet di postille al suo ultimo “Vetro soffiato” Tre belle sorprese rileggendo Croce (07. 09. 06). 1.“Croce è stato tra i pochissimi filosofi che hanno espulso la metafisica dalla filosofia […] La posizione antimetafisica ha costituito il nerbo del pensiero crociano”. Mi pare che Lei faccia confusione tra assoluto e trascendenza: l’aggiustamento crociano dell’hegelismo (con la “ragioneria” dei distinti e conseguenti) non lo fa certo uscire dall’idealismo classico, e questo non è che il molteplice tentativo di immanentizzare l’Assoluto (tentativo, peraltro, variamente rinnegato, invecchiando, dai suoi concorrenti autori). Chi bazzica con l’Assoluto resta un metafisico della più bell’acqua. Controprova, i miti spacciati per laicissimi concetti mentre non sono che mere postulazioni del desiderio; spiritualismo assoluto, storicismo assoluto, e via celebrando. 2. I “pochissimi altri” filosofi indicati da Lei come campioni di anti-metafisica sono un mucchietto eterogeneo che richiede cernita e distinguo, ma nel suo insieme conferma l’equivoco di identificare assoluto e trascendenza (teologica: tecnicamente, la filosofia è ricca di altre trascendenze). Definire antimetafisici Bruno e Spinoza riporta all’equivoco. Lo stesso Nietzsche, vivisecteur implacabile di ogni trascendenza, non è immune da residui metafisici (il mito del Superuomo o Spirito libero, l’eterno ritorno, sono tracce metafisiche in un pensiero orientato sempre più verso la schietta realtà biologica). L’unico, del suo quartetto, a meritare il titolo di anti-metafisico può essere il grande Diderot, costruttore di un’idea integralmente biologica di homo sapiens (senza lasciarsi intimidire da quel sapiens al quadrato). Un altro possibile nome del suo “asterismo” (che però lei tace) è Leopardi . 3. E’ un titolo di merito avere “grande rispetto” per le religioni, questi catalizzatori amplificanti della distruttività umana responsabili dei peggiori massacri? Si può capire (non lodare) la psicologia religiosa (troppo incline al fanatismo, peraltro) dei “rozzi popoli che denno essere governati” (Bruno), ma avere “grande rispetto” per l’intellettuale credente (massime se filosofo) è un vero spreco. Perché non ricordare, invece, a questa specie di ossimoro carnale, che accettare la mitologia del dio onnipotente misericordioso ecc.dinanzi alla quotidiana strage di innocenti significa farsi complice di un orrore senza limiti? 4. La Storia come “storia della Libertà”: difficile sparare menzogna più tragica di questa maschera complice di quel carnaio immondo che la storia è da millenni e continua ad essere? 5. Dobbiamo occuparci anche dello stile crociano? Fluido, parco di tecnicismi, eccetera: ma come si fa a indicare un solo nome del Novecento degno di quel campione? Ne aggiungo solo due (ce ne sono altri): Concetto Marchesi e Gino Raya (quest’ultimo, maudit vitando per l’Accademia e la cultura dominante in genere). 6. Rilegga l’ultimo periodo del suo capoverso finale: in soli cinque righe Lei è riuscito a ficcare ben 5 (cinque) che pronome relativo: un primato di cacofonia. Ha voluto offrire un esempio di come non si deve scrivere? Non se la prenda: capita a noi anziani. Perciò dobbiamo rileggere e rileggere i nostri scritti prima di licenziarli.
Cordiali saluti
Pasquale Licciardello
p.s. Sono sempre nel suo libro nero?

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