mercoledì 19 novembre 2008

Susanna e la metafisica - Parte prima


Anche quel senso della verità che in
fondo è il senso della sicurezza, l’uomo
lo ha in comune con gli animali.
NIETZSCHE, Aurora

DIARI DI PAOLO ASSAGGI

quaderno n0 1

Per quale ragione al mondo dovrebbe qualcuno voler essere ottimista, se non ha da difendere un Dio che deve aver creato il migliore dei mondi, se egli stesso è la bontà e la perfezione? Ma quale pensatore ha ancora bisogno dell’ipotesi di un Dio?

nietzsche, Umano, troppo umano

Akiskene, 10 agosto, sera
Che scampanio stamane, all’alba! Inizia il mese delle grandi feste estive. La principale, per il nostro paese e dintorni, è quella di Ferragosto, che coincide con una delle tante madonne del cattolicesimo popolare: la Madonna della Corda.. Patrona assoluta del paese (santi di quartiere e madonne vicarie controllano soltanto quartieri, appunto, e frazioni del Comune), questa madonna viene festeggiata alla grande, con impegni finanziari notevoli in fuochi d’artificio, illuminazioni, sfilate e processioni lungo le strade principali e qualcuna delle secondarie appena percorribili. Capita, è vero, che contingenze eccezionali sconsiglino la festa magna e impongano modestia e rinunce; ma la vocazione generale – popolani superdevoti, piccola e media borghesia mercantile, piccolissima “nobiltà” agraria, senza esclusioni perentorie per la poco affollata intellighentsia locale di variegata collocazione sociale – è la festa grande. Che perciò si celebra, a volte, anche in condizioni pubbliche non liete, e si riduce alle dimensioni della piccola (fuochi discreti, soltanto messe e cerimonie in chiesa, rinuncia al giro del paese, ridotto al solo ingresso nella piazza centrale, in un tripudio di spari colorati...), ma soltanto in situazioni emergenziali (anche di crisi economica). Lo scampanio di stamane significa annuncio di festa grande: ci saranno tre giorni di allegra baldoria, con tre serate di fuochi pirotecnici, folle di devoti calanti dai paesi vicini e meno vicini, una grande fiera, folto movimento tra la piazza centrale e i bar del paese, ormai ben fornito di pubblici locali della ristorazione spiccia..

Non ci sono dubbi: la religione è il più grande business dell’economia mondiale: col suo core devoto e l’immenso indotto che lo circonda. E, come scrive quel genio poetico e cattolico secundum quid (un quid al limite dell’eresia, e magari oltre) che è Baudelaire: “Dio è il solo essere che per regnare non ha neppure bisogno di esistere”. Dio e, ovviamente, l’intero Olimpo di ogni religio lucreziana. Perché “lucreziana”, quaderno? Ma perché nel De rerum natura quel sostantivo, religio, significa superstizione: che è giusta ermeneutica del fenomeno religioso in tutte le possibili forme e varianti.

2 agosto
Ho pensato spesso negli ultimi tempi a una nuova e originale dimostrazione dell’esistenza di Dio. Consisterebbe in una paziente raccolta di notizie di nera sui disastri flagelli incidenti mortali e guerre guerre guerre, che scandiscono il tempo della nostra sventura terrena. Notizie, ordinate in modo para-tematico, riprodotte col massimo di testo giornalistico riduttivamente compatibile, con o senza minimali postille di commento. Ne verrebbe fuori una loquacissima parata di interventi provvidenziali da far tacere ogni dubbio sull’ordinamento divino del mondo. S’intende che qui si incensa il Dio confessionale, il Dio tutto sostanza di Giustizia Bontà Bene Amore Misericordia Pietà e sinonimi e complementi ad infinitum. A farne uno specimen basterebbe, a volte, la cronaca di un solo giorno, o di pochissimi. Prendiamo i giornali del 28 luglio scorso: sono pieni di disastri e incidenti pluri-mortali. Sfogliamo La Gazzetta dello Stretto (che mi ha fornito lo stimolo). Titolo di spalla della 1a pagina, su cinque colonne: Il disastro ferroviario in Portogallo (occhiello) Centoquattro i morti accertati nel deragliamento presso Oporto (titolo). Forse il groviglio dei rottami rinserra altre vittime. I feriti sono centotrenta. Il rapido, costituito da una motrice e da una vettura, si è spezzato mentre viaggiava a 90 chilometri orari. La seconda carrozza è uscita dai binari dividendosi in due tronconi. Aveva a bordo 250 persone, mentre ne poteva portare 68 (cappello). Occhio alle cifre: blasone della prudenza umana e del senso delle regole: 250 e 68. La stupidità assassina.
Sotto, stessa pagina, titolo a 2 colonne: Sciagura stradale in Francia. Diciannove ballerini morti in un incidente. Il torpedone sul quale viaggiavano è precipitato su una linea ferrata. Pagina 2: titolo di centro, su 4 colonne: Delitto del “sangue blu” presso Como. Medico uccide un barone per una maestrina inglese. Titolo a 3 colonne: Una ragazza a Torino, sequestrata e sfregiata dall’antico spasimante. Pagina 4: Muore un anziano operaio in seguito a un infortunio. Un gitante muore a Ganzirri, colto da improvviso malore. Investito un mendicante da un taxi. Bimba a santa Lucia cade dal balcone e muore all’ospedale. Pagina 5. I funerali del bambino dilaniato dalla bomba. Pagina 10. Quattro operai italiani annegati in Svizzera. Un quinto italiano ha perso la vita nel Tirolo. Folle armato di ascia vuole uccidere una coppia. Siciliano spara, a Torino, contro l’auto del genero. Agrigentino arrestato per omicidio. Pagina 11. Sedici operai bloccati in un tunnel al confine francese con la Svizzera. Tre bimbe intossicate da paste avariate. Pagina 12. A Bastia, presso Perugia, otto bambini feriti da una bomba a mano.
A scorrere la cronaca nera di tutti i giorni si trova tale abbondanza di morti feriti mutilati da eguagliare gli effetti di un modesto conflitto armato. Naturalmente, le cifre della cronaca piccola sono limitate ai paesi raggiungibili dal giornale, o giù di lì. Anche a fermarsi su un centesimo dei disastri ospitati ogni giorno sui quotidiani di questa o quella parte del bel pianeta, non è evidente la presenza del buondio provvidente? Obbietta il credente: che c’entra la Provvidenza? Già, che c’entra, se non esiste? Ma se, come tu dici, esiste, come non interessarla in questi eventi, essa che abbraccia l’universo intero? Il motto di fede popolare, Non si muove foglia che Dio non voglia, vale ora sì ora no, a seconda delle convenienze dialettiche (!) del credente (s)ragionante? In verità in verità ti dico che ogni foglia (piccola o grande) è mossa da quel primo motore. Che tu, credente, favoleggi come sintesi infinita di perfezioni, e invece fatti con misfatti degradano a impersonale intreccio di cause e agenti solo parzialmente, forse minimalmente, esplorabili dal pur mostruoso cervello umano.
Un altro credente dice: che ne sai tu dei disegni di Dio. Risponde l’umile registratore degli eventi massimi e minimi: io proprio nulla. Soltanto, mi pollano domande dalle “sorgenti irrazionali del pensiero”, e altre dalla ragione dono di Dio, secondo vostri insegnamenti. Non serve a pensare, il Pensiero, e la ragione a ragionare? Insiste il desistente fedele: – Ma non a oltrepassare i limiti. – Ah, già, i limiti: hic sunt leones. Solo che i leoni, prima o poi, si vanno a visitare e collocare nel loro contesto; l’oltre-limite metafisico deve restare inviolato. Chi pone questi limiti? Chiarisce, scaltro, il fedele: – La fede, la religione, i testi sacri, la tradizione: baluardo di salvezza e segno di identità. Non siamo singoli isolati e irrelati: siamo comunità, convivenze organiche, guai a staccarsi dalla comunità. – L’infedele ritenta . – Siamo mica al medio evo? Le comunità, oggi, hanno altre fondamenta, o possono averle; altri vincoli di solidarietà collettiva verso e contro l’esterno, che le sue minacce attivano e concretizzano (sia pure imperfettamente).
Un dottor sottile azzarda: - Ma non potrebbero essere, le sciagure, i flagelli, le malattie uno strumento degli oscuri disegni divini? Un mezzo, per noi incomprensibile, atroce, se vuoi, ma in quella misteriosa logica trascendente, previsto per la prevalenza del bene sul male, via sacrifici morte e sofferenze? Per esempio, un espediente per far ravvedere il peccatore, realtà plurale fino ai miliardi. Si comprime il transfuga, a bloccare gesti forti, ma non al punto da castrare le parole. Replica: - Che modi spicci ha il tuo dio. E che strano modo di far pentire ravvedere riscattare i peccatori, maciullando insieme granitici farabutti e teneri infanti ignari di colpe. Hai mai letto qualche statistica sulla mortalità infantile nei secoli passati, da noi società evolute, e presso i paria del terzo e quarto mondo, ieri come ancora oggi e nel prevedibile futuro? Insomma, come vedi, non tutti siamo accessibili a certe lezioni.
- Peggio per te e i tuoi pari.
- E per quei bambini dilaniati tra le lamiere contorte dei treni deragliati. Mutilati in mille modi, torturati da malattie e campioni di umanità allergici alla pietà. Un piano divino che includa la tortura e il massacro di innocenti, sai, mi riesce così ostico che preferisco nessun piano. Quando, poi, quegli innocenti sono i bambini, dai primi giorni di vita ai pochi anni prepuberali (o anche meno, se vuoi, per esempio fino ai sei-sette anni) questo ingranaggio perverso mi induce a un apparente paradosso: voglio troppo bene a dio per ammetterne l’esistenza.
- Non esageriamo con questi bambini immolati: Dio li porta in Paradiso, dopo tutto.
Non ci avevo pensato. Però, a ben riflettere, il tuo dio resta ingiusto. Come! fa morire alcuni in tenera età e se li porta dritti dritti in paradiso, e fa vivere molti anni altri per offrirgli mille occasioni di peccato e mandarli all’inferno!
- Questa apparente pietà è solo arroganza: chi crede, si consegna a Dio e ai suoi misteri.
- E’ vero, è inutile discutere quando non c’è una base comune di intenzioni e intelligenza. E perciò è inutile ti ricordi l’obbiezione del Papini pre–conversione all’eternità delle pene infernali: che rapporto ci può essere fra, fosse pure tutta una vita di “peccati mortali”, e quella eternità, non concepibile altrimenti, per un cervello finito, che come durata infinita?
- Caro collega, i misteri della religione non sono indovinelli e giochi enigmistici per cervelli insolenti. E tu, come filosofo, non puoi dimenticare che c’è la trascendenza, un oscuro al di là di ogni umana possibilità di esplorazione e comprensione.
- Giusto. Ma sii coerente: se questo guazzabuglio di ogni religione evoluta affonda nelle tenebre della trascendenza, non ne parliamo.
- Non è quello che dico io?
- Non precisamente: voi credenti dite trascendenza quando vi conviene, ma ne parlate e sproloquiate come se foste il terminale di tutti i segreti del dio trascendente, o giù di lì. E cianciate di miracoli a ogni starnuto di visionaria che vede lacrimare la prima madonna di gesso alla sua portata. E non si contano le guarigioni miracolose... Non è parlare dell’indicibile, tutto questo giudicare predicare deliberare moraleggiare e comandare? Questa fregola di potere sacerdotale, che ha fatto così largo uso della tortura nei secoli luminosi (a vostro dire) della fede trionfante. Non potete nemmeno definire gli attributi del vostro dio ... Riferiti al trascendente, infatti, perdono ogni senso e significato accessibile agli umani. Mentre è fin troppo chiara la reale profonda cupa insensibilità del credente al variegato strazio della carne vivente, compresa quella infantile. Un campione di blindato egoismo: questo, nella sua realtà profonda è il credente.
Quanto precede non è che la libera ricostruzione parziale di conversazioni fra me e qualche collega o amico che mi provoca nel mio, secondo loro, narcisistico ateismo confuso. Che per qualche cervello affilato viene a significare “iperlucido”, essendo “l’eccesso come il difetto”. Il quale vorrebbe intendere così, e obiettarmi, che il troppo stroppia. E per oggi basta su questo spreco di ciarle. Salvo aggiungere il baleno di un risarcimento al “titano fasullo” (titolo di un mio articolo su Giovanni Papini): dimenticavo che lo scrupolo onto-logico della sproporzione fra tempo di permanenza peccatrice in questa valle di lacrime ed eternità della pena infera inquieta anche il Papini post conversione.
Ma per chiudere più concretamente la “pagina” ricordiamo una bella conquista del “pensiero” umano: il telegiornale di stasera annuncia il successo del “Ranger VII”: quattromila e più fotografie sono state scattate a distanze sempre minori dalla superficie lunare. Questi fatti sono capaci di esaltarmi ancora. Ma anche di rattristarmi: ah, se l’intelligenza umana si limitasse ad inventare solo mezzi di ampliamento conoscitivo e farmaci per i troppi nostri mali!

Nessun commento: